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Nella foto: "Porta di Lampedusa - Porta d'Europa", opera del Maestro Mimmo Paladino.

Un incontro necessario

 

La prossimità geografica della Sicilia al continente africano è nota: l'isola di Lampedusa dista soltanto 113 chilometri dalla Tunisia. Gli scambi commerciali e culturali che nel corso dei secoli hanno interessato le due sponde del Mediterraneo continuano ad essere celebrati quale nota distintiva di una regione che, grazie alla sua storia, mantiene un fascino esotico agli occhi di italiani ed europei.

La vicinanza all'Africa e alla sua gente è continuamente evocata in occasione delle drammatiche traversate di uomini, donne e bambini che provano a raggiungere la porta dell'Europa rischiando la vita.

L'incontro tra la Sicilia e l'Africa (meglio "le Afriche", volendo richiamare alla mente la profonda diversità tra i diversi contesti presenti nel continente) non è un'opzione ma è un incontro necessario, che oggi, accanto all'evidenza tragica delle vittime delle traversate disperate, assume concretezza nella presenza di comunità africane radicatesi nel territorio siciliano, che contribuiscono a ridefinire il paesaggio delle nostre città in termini interculturali.

La comunità ghanese è presente nella città di Palermo con più di 3000 persone ed è la comunità africana più numerosa e la quarta in assoluto.

Attraverso i ghanesi della diaspora è possibile avvicinarsi ad un Paese in pieno sviluppo, la cui stabilità è stata da più parti riconosciuta e indicata come esempio virtuoso per molti paesi africani.

L'incontro con il Ghana svela opportunità d'affari inaspettate per le imprese siciliane, invitate ad assumere iniziative di business inclusivo, progetti radicati nella promozione umana, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona. 

A queste condizioni, un incontro necessario può assumere i contorni di un incontro cercato e voluto, per un reciproco arricchimento.

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